Cari
movimentati,
come
fondatore e tutor di Bazar, cultural brand che fa riferimento a un
Movimento Culturale, un Metodo di comunicazione, una radio, una galleria d'arte on line, una
collana di saggi, una testata giornalistica web e una rivista
cartacea annuale, ho il piacere e il privilegio di presentarvi la
Bazar Cultural Community realizzata dalla società di
information technology I-Node, partner di ACT!
La
nostra community nasce per soddisfare il bisogno di definirsi, oltre
che attraverso se stessi, anche attraverso una comunità, un
gruppo sociale, un sistema di riferimento (in maniera sincrona o
asincrona, conforme o autonoma, simpatica o critica, amniotica o
cicatrizzata), per fluidificarsi o ricoagularsi a seconda dei propri
percorsi ed esperienze.
Nonostante
il carattere aperto del bazar e di Bazar, i contenuti della Bazar
community, a differenza dei contenuti del portale Bazarweb, non sono
accessibili a tutti gli utenti del sito poiché l’iscrizione
all’agorà bazariana è solamente a inviti.
Infatti, come sempre richiesta anche al mercante che desidera
partecipare al gran bazar, è necessaria una verifica della
qualità del prodotto esposto, delle intenzioni pacifiche
dell’espositore e della sua preventiva conoscenza delle usanze che
regolano le attività del mercato che, nel nostro caso, si
tratta delle pratiche intellettuali, creative, solidali e
socioculturali del Movimento Culturale Bazar che si rafforzano nella
condivisione collettiva della scelta editoriale che riguarda i
contenuti brandizzati Bazar e dei valori, significati, concetti e
sentimenti ad essi riferiti.
Quindi,
chi fa parte della community di Bazar naturalmente condivide la
convinzione che la costruzione e l’arricchimento di se stessi e
della conoscenza, ovvero della cultura, avviene attraverso una
continua riorganizzazione, cioè attraverso lo scambio di idee
con chi ha esperienze, culture e identità diverse dalla
propria, e che quindi l’acquisizione di informazioni avviene
attraverso un modello peer-to-peer, in assenza di gerarchie o
piramidi di saperi.
Chi
desiderasse iscriversi spontaneamente, pur senza aver ricevuto un
invito personalizzato, può inoltrare una richiesta alla
direzione :
verrà accolta con piacere e valutata prontamente.
Eugenia Romanelli
Una community diversa
In
generale ogni web-community scalda la tecnologia in quanto la usa
come mezzo di relazione umana, ne fa uno strumento di partecipazione,
rete, connessione e contatto tra differenti soggetti web in
navigazione: permette quindi la condivisione di uno stesso ambiente,
testo, contenuto, esperienza su web che, se creativa, può
velocemente diventare occasione evolutiva. E’ anche pop, in quanto
permette una pratica dal basso e diretta con la realtà, basata
sul confronto orizzontale tra persone, senza medium, filtri, veline,
quindi manipolazioni dell’informazione. Una esperienza sicuramente
glocale.
La
Bazar Cultural Community creata da I-Node su modello I-Bazar fa leva
su questi potenziali e li rinforza attraverso un uso mixato dei
diversi strumenti di relazione web: blog, chat, mail, dating,
web-radio, etc. In pratica, ogni utente della Bazar community può
contattare e confrontarsi continuamente e in più modi con
altri utenti (parlando alla radio, su skype, via mail o chat,
pubblicandosi in blog, incontrandosi agli eventi…) ma anche
riconoscersi attraverso un’affermazione di identità (che è
comunque richiesta dal sistema, attraverso modalità varie, a
differenti livelli di privacy e profondità).
In
particolare, il sistema di appuntamenti (dating) permette la
continua esposizione all’invito reale, cioè a farsi
catapultare nella percezione completa della relazione. La Bazar
community infatti ruota intorno ai contenuti prodotti dal movimento
culturale, e cioè mostre, teatri, cinema, concerti, feste,
convegni, fiere, workshop, seminari, ristoranti, premi,
manifestazioni, mercati, esposizioni, clubbing, etc…
La
modalità scelta da Bazar per stare insieme ha l’obiettivo,
da un lato, di trasmettere e consolidare negli utenti sentimenti di
relazione e condivisione verso l’esterno attraverso processi che
arricchiscano le conoscenze e le personalità individuali
piuttosto che indebolirle; dall’altro, però, anche di
preservare l’identità dei membri della community, evitandone
la frammentarietà e la dispersione.
Per
questo motivo si offre un blog personale dove trovare un
riparo identitario da troppa esposizione reticolare:
a cavallo tra forum di discussione e diario personale, il Bazar blog
permette di partecipare alla discussione sui contenuti del portale ma
anche di aggiungerne di propri, diventando così parte
integrante del prodotto culturale nel suo insieme. Ciò
significa, da una parte, la possibilità di confrontarsi
privatamente e autonomamente con un prodotto culturale già
esistente (e direttamente con i suoi autori/artefici) attraverso un
commento in una pratica di azione o reazione critica (forum format);
dall’altra, la possibilità di confrontarsi creativamente
attraverso l’esposizione di un proprio contributo (intellettuale o
artistico) condividendone con la comunità gli aspetti etici o
estetici (blog format).
Per
concludere, per Bazar la valorizzazione del patrimonio privato
connessa con la stimolazione al contatto e al confronto nella
relazione, dovrebbe portare a una convivenza comunitaria sana
(solidale), cioè contemporaneamente pacifica e attiva: un
ambiente globale e locale (glocal) dove tutti possano riconoscersi e
incontrarsi.
Qualifiche d’ingresso
Se
il Metodo Bazar (“Tecniche di comunicazione creativa: il Metodo
Bazar”, Rai Eri-Pellegrini, 2005) riguarda la valorizzazione del
patrimonio privato del comunicatore (percorsi personali di crescita
emotiva, affettiva, identitaria) come elemento qualificante della
gestione scientifica del processo della relazione comunicativa, anche
la Bazar Cultural Community necessiterà dello stesso
ingrediente basilare per rendere la convivenza (che è sempre
relazione comunicativa) funzionante, cioè contemporaneamente
pacifica e attiva: una naturale dimestichezza con la propria identità
permette di conoscere e gestire morbidamente le peculiarità
profonde del sé e di affinare quotidianamente la
caratterizzazione della propria personalità, entrambe
garanzia, per sé e per gli altri, di riconoscibilità e
relazionabilità. Quindi, con l’obiettivo di migliorare la
qualità della vita personale e relazionale a tutti i livelli,
ecco le qualifiche di ingresso consigliate per entrare a far parte
della Bazar Cultural Community con naturalezza:
*
Conoscenza della propria personalità o capacità/disponibilità
a tale indagine (o capacità naturale di indagine del sé
profondo)
*
Flessibilità caratteriale
*
Curiosità intellettuale, umana ed esperienziale
*
Disponibilità al cambiamento
*
Assenza di atteggiamenti militanti e/o ideologici
*
Disponibilità al confronto
*
Capacità di sostenere la competizione
*
Apertura e rispetto verso gli altri e l’esterno
*
Capacità di affrontare imprevisti e cambiamenti repentini
delle situazioni (capacità di improvvisazione)
*
Desiderio di nuove esperienze
*
Coraggio
Bazar Netiquette: principi generali
Come
molte comunità, anche la Bazar Cultural Community intende
essere democratica. Per questo espone in trasparenza una Carta Magna
di comportamento (Netiquette) ed elegge un moderatore incaricato di
supervisionarne il rispetto in tutti i suoi punti, con funzioni di
arbitraggio nelle discussioni. La "Netiquette" (neologismo:
Network – Rete - e Etiquette - etichetta, bon ton) non riguarda
norme appartenenti ad un qualche ordinamento giuridico vincolante, ma
non per questo l'internauta dovrebbe sentirsi legittimato a non
rispettarle. Anche perché, non costituisce soltanto una forma
di "buona educazione" adattata al mezzo, ma trova spesso
fondamento nelle peculiarità proprie del mezzo stesso: dietro
molte di queste regole si nascondono esigenze tecniche che impongono
determinati comportamenti.
La
netiquette di Bazar si basa sul rispetto di un ambiente condiviso
(metaforicamente: la piazza, il mercato, il bazar, appunto) dove
avvengono pratiche di contatto tra diverse identità.
L’ambiente Bazar è stato creato infatti proprio per dare a
chi lo desidera la possibilità di esporsi con la propria
identità, cultura, gusti, pratiche, tradizioni e spiritualità,
per confrontarsi e crescere. Nonostante un mercato non abbia porte e
quindi censure, nonostante gli spazi siano aperti e quindi
contaminabili sempre e ci sia confusione, rumore e disordine, il
desiderio e il bisogno di esistere del mercato stesso creano al suo
interno coesioni e solidarietà antibatteriche, capaci di
garantirne la sopravvivenza in forze e salute.
Quindi,
se il moderatore che Bazar ha eletto come garante della salute della
comunità sarà attivo per evitare le eventuali azioni di
disturbo delle serene attività del mercato (aggressività,
distruttività, violenza, volgarità), è altresì
vero che è anche il mercato stesso ad avere gli anticorpi
capaci di rigettare spontaneamente gli agenti tossici e di purgarsi,
autoconservandosi. Il garante, piuttosto, vigilerà su quegli
atteggiamenti e posture della personalità che di solito
impediscono ascolto, compassione e comprensione all’interno di ogni
relazione e cioè militanze e ideologie, tra tutte, le più
stagne tra le chiusure.
La
Bazar Cultural Community dunque è un ambiente libero e non
schierato, dove abitano tante persone diverse accomunate dalla voglia
di crescere, comunicare, imparare e condividere, che amano la
conoscenza senza pregiudizio e si impegnano nella costruzione di
un’infosfera aperta, un mercato capillarmente autonomo in ogni sua
pratica infinitamente rifratta delle sue espressioni culturali e
creative, non omogeneo e per questo necessariamente disposto al
contatto con tutto ciò che è nuovo, esotico e
sconosciuto.
Ecco
perché la Bazar Cultural Community protegge e promuovere la
libertà di pensiero e di espressione e il rispetto della
persona umana in tutti i suoi diritti etico-sociali, lo sviluppo
della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, la tutela della
salute, del lavoro, dell’ambiente, la valorizzazione del patrimonio
storico e artistico, i processi di qualificazione dell’informazione,
il supporto ai giovani nei campi dell’orientamento e dell’incrocio
domanda-offerta nel mondo del lavoro. Per vivere in questo ambiente
libero e aperto, gli abitanti della Bazar Cultural Community
(bazariani) ricercano:
*
Trasversalità (vivere senza definirsi una sola volta, senza
indossare uniformi, senza fissarsi in scelte definitive)
*
Flessibilità (vivere aperti, sporti, disposti: a cambiare
idea, al dialogo, al confronto con ciò che è diverso e
straniero)
*
Coscienza critica (vivere senza pregiudizi, al di fuori delle teorie,
ragionando le regole, e preferendo l’esperienza alla norma, la
poesia alla definizione)
*
Desiderio (vivere con spontaneità, amore, tenerezza, passione:
esprimendosi, esponendosi, rischiando, navigando i lati magici e
oscuri del cuore)
*
Promiscuità (vivere senza tradire o rinunciare a se stessi ma
esplorando e attraversando più identità, più
forme, mischiando, creando nessi e aderenze tra modi diversi
dell’essere)
*
Rispetto (vivere ascoltando, facendo spazio e dando voce alle
espressioni del mondo e delle persone, accettandone i doni e
promuovendo e premiando ogni contributo)
*
Movimento (vivere senza pigrizia, muovendosi con curiosità per
conoscere, esplorare, imparare e crescere, spostando i limiti e
allargando i confini)
*
Mistero (vivere senza paura, accettando l’ignoranza di ciò
che non si comprende, non si controlla, non si gestisce, non si
prevede)
*
Contatti (vivere creando congiunzioni, somiglianze, unioni, affinità,
per moltiplicare le occasioni di scambio. Per moltiplicarsi)
Le nostre regole
1.
Non flammare
Il
termine Flame (di origine anglo-telematica) significa fiamma e fare
flame significa infiammare e infiammarsi, spingersi nella critica con
toni incendiari (distruttivi). E’ ovviamente considerato flame
(nella sua specie peggiore) l'uso di ingiurie. Il maiuscolo può
essere fiammante come alzare il tono della voce in una discussione.
2.
Usare le "emoticons"
Come
in tutte le forme di comunicazione che non comportano un diretto
contatto visivo (o anche soltanto vocale), occorre stare molto
attenti a non usare formule e/o parole dal significato ambiguo. E,
infatti, se de visu si può sempre verificare la compatibilità
tra il senso oggettivo del discorso e le espressioni facciali o la
mimica dell'interlocutore, con la corrispondenza elettronica ciò
non è possibile. Dobbiamo ringraziare la telematica se, oggi,
esiste uno strumento in più per chiarire il senso delle parole
scritte (non certo per la corrispondenza formale, ma in Internet è
quasi d'obbligo): si tratta delle cosiddette "emoticons",
altro neologismo figlio della telematica e dell'inglese composto dai
termini emotional (emozionale) e icons (icone, in perfetto linguaggio
informatico). Le emoticons non sono altro che semplici insiemi di
caratteri (due punti, punto e virgola, trattini, parentesi, ecc.)
che, nelle diverse combinazioni, disegnano facce stilizzate
rappresentati praticamente tutti i possibili stati d'animo del
corrispondente via Internet. Ecco i tre più diffusi esempi,
senz'altro più chiarificatori (da leggere ruotandoli
idealmente di 90° in senso orario):
:-)
gioia
:-(
tristezza
;-)
ironia, ammiccare (notare l'"occhiolino" che nella mimica
umana significa proprio ammiccamento).
3.
Rispettare il tema della discussione.
Nei
forum (come nelle mailing list e nei NG, newsgroup) c’è
l'obbligo di pertinenza. La bacheca virtuale rappresentata da questi
mezzi viene spontaneamente divisa in vari settori. Un iscritto lancia
un sotto-argomento e gli interessati partecipano alla discussione
sviluppandola dal primo intervento. Il fuori-tema (off-topic,
dall'inglese off, fuori, e topic, argomento) compromette la
discussione stessa ed esclude chi partecipava con interesse.
4.
Non intervenire subito nella discussione.
Una
regola valida per i forum (oltre a mailing list e NG): l'utente che
decide di iniziare a seguire una discussione dovrebbe leggere, per un
po' di tempo, tutti i messaggi relativi al tema per comprendere
l'oggetto della discussione ed osservare il comportamento di chi è
già nel vivo. Soltanto così potrà entrare nel
gruppo conformandosi a quelle regole non scritte che gli sono
proprie. In gergo, tale condotta si chiama lurking (dall'inglese to
lurk, nascondersi, sbirciare) che, italianizzato, diventa "lurkare".
5.
Nella Bazar Cultural Community, inoltre, non è consentito:
*
insulti personali o minacce;
*
commenti razzisti, omofobici, maschilisti o offensivi per le varie
religioni;
*
pornografia e pedofilia;
*
parole scurrili e turpiloquio;
*
fare sesso cibernetico;
*
istigare alla violenza;
*
assumere atteggiamenti e/o posizioni di forte contestazione nei
confronti del moderatore e degli altri utenti del forum e di
incitamento al mancato rispetto delle presenti regole;
*
pubblicare e/o richiedere codici seriali di software commerciali,
link a siti warez e contenenti materiale che violi le leggi sul
copyright e sul diritto d'autore, link con download diretto a
programmi di file sharing, filmati e link ritenuti osceni e
offensivi, anche sessualmente, della sensibilità dei singoli.
Detto materiale verrà immediatamente rimosso a giudizio
insindacabile del moderatore;
*
inviare post privi di argomentazioni concrete, il cui scopo sia
quello di riempire inutilmente lo spazio bianco del post. Topic di
questa natura verranno subito chiusi;
*
scrivere messaggi identici su più argomenti nei diversi forum;
*
inviare messaggi contenenti dati personali di altri utenti o altre
persone;
*
condurre "guerre di opinione" sulla rete: se ci sono
diatribe personali è meglio risolverle via posta elettronica
con corrispondenza privata tra gli interessati;
*
utilizzare il servizio per fare pubblicità, politica o
denunce;
*
inondare di messaggi utenti che non vogliono essere contattati;
*
inviare script che sono evidentemente recepiti come fastidiosi dagli
altri utenti
6.
In quanto pubblici, gli strumenti della community sono sono soggetti
ad alcune regole che vanno a cautelare la vita del forum, della chat,
della mailinglist etc e la sensibilità di chi vi partecipa.
Chiunque si registra alla Bazar Cultural Community è tenuto
quindi a rispettare queste norme. Se le regole della Bazar Netiquette
non verranno rispettate dagli utenti, il moderatore potrà
procedere:
*
al semplice richiamo dell'utente;
*
alla modifica del messaggio inserendo i simboli "***" al
posto di parole che vengono ritenute offensive o volgari;
*
alla sospensione temporanea del nick dell'utente, che nei casi più
gravi può essere definitiva; in ogni caso, l'utente
allontanato, per farsi riabilitare dovrà inoltrare richiesta
specifica all'indirizzo moderatore@bazarweb.info
*
alla cancellazione del messaggio
Gli
utenti che non condividono l'operato del moderatore potranno chiedere
chiarimenti all'indirizzo direzione@bazarweb.info
7.
Si ricorda infine che i forum proposti dalla Redazione potranno
cambiare periodicamente e questo comporterà la cancellazione
dei messaggi che da molto tempo non sono più oggetto di
discussione dei partecipanti.
Per
saperne di più: www.penale.it
Editoriale del moderatore
"...tagliammo
tre rami d'albero e li piantammo in terra a una certa distanza
da
noi; questo, a quanto pare, è nel paese segno di tregua e di
amicizia, e,
quando
l'altra parte è d'accordo, rizza altri tre paletti o rami, per
indicare
che accetta la tregua; però, è condizione ben nota del
patto che
nessuna
delle due parti deve oltrepassare i tre paletti piantati dall'altra;
in
modo che, ognuno è perfettamente al sicuro al di qua dei tre
paletti e
tutto
lo spazio compreso fra i paletti delle due parti è considerato
una
specie
di mercato dove si può conversare, trafficare e commerciare.
Quando
vi
si entra, non bisogna portare armi; prima di entrare in quello spazio
di
terreno,
si lasciano le lance e i giavellotti al di qua dei tre pali e poi
si
avanza disarmati; ma, se qualcuno commette violenza o rompe la
tregua,
tutti
tornano di corsa verso i paletti, afferrano le armi e la tregua è
finita".
(W.Defoe, Robinson Crusoe)
Benvenuti
a tutti i net citizens di Bazar,
mi
presento: sono Desirèe Nardone, primo moderatore della Bazar
Cultulal Community.
Avrò
facoltà di intervenire nelle discussioni e supervisionare i
post ospitati al fine di far rispettare la netiquette
(NETIQUETTE=NETWORK+ETIQUETTE) di Bazar.
La
nostra comunità nasce dal bisogno di identificarsi in un
gruppo sociale con cui condividere la modalità di confronto,
attività che riteniamo la più importante per
l’evoluzione di ogni essere umano e di ogni società sana. Il
tratto essenziale della Bazar Cultural Community è la fiducia
che esista un modo di sentire comune che permetta un confronto, anche
conflittuale, basato sul rispetto reciproco. Per questo, la nostra
comunità è di tipo associativo, ossia basata sulla
spontanea volontà di collaborare (liberamente e non
contrattualmente), attività che non può essere
predeterminata ma solo praticata, perchè il desiderio che la
muove è infinito come lo sono i sentimenti. Perchè
questo avvenga, ci vogliono condizioni favorevoli: Bazar, attraverso
la sua community, mette a disposizione un campo fertile e gli
strumenti per ararlo e vigila che ognuno rispetti quanto è
dato.
ECOLOGIA
DELLA COMUNITA'
Una
comunità di organismi viventi che coabitano in uno stesso
ambiente (biotopo), dal punto di vista ecologico, è definita
biocenosi. Questi organismi intrattengono tra di loro vari tipi di
rapporto: neutralismo, competizione, predazione, simbiosi. Perchè
possano vivere bene in un dato biotopo, devono avere la capacità
di adattarsi sia ai cosiddetti fattori abiotici dell'ambiente e cioè
luce, pressione, elementi chimici, composti inorganici ed organici,
etc., sia agli altri organismi della comunità. Ma l'aspetto
più importante affinché una biocenosi si instauri in un
dato biotopo è il FLUSSO DI ENERGIA, che viene prodotta,
distribuita e dispersa sotto forma di calore (Wikipedia).
Come un biotopo, Bazar è uno
spazio informe, i cui centri di gravitazione sono dati dalle
persone e dai loro testi (o ipertesti). La Bazar Cultural
Community, di riflesso, è un luogo reale (non è solo su
web), un ambiente in cui esprimersi ed adattarsi, donare e nutrirsi
di energia (calore umano) inseguendo i propri bisogni, desideri,
obiettivi e interessi. E incontrandosi per confrontarsi.
Riguardo all’utilizzo della
comunità virtuale di Bazar, possiamo dire che esso è
sano se non viene inteso come sostitutivo del reale o se, viceversa,
non viene ritenuta un’esperienza di spessore minore rispetto a
quella reale: si tratta infatti, semplicemente, di una esperienza
diversa da quella sensoriale, e altrettanto intensa.
Infatti, attraverso un dialogo
approfondito e il confronto su tematiche di ordine pubblico e
privato, la tecnologia romantica e mista di Bazar (I-Bazar) permette
la saturazione identitaria e cioè un percorso (reale) e
profondo di conoscenza del sé, dell’altro e dell’ambiente
di circostanza.
Può essere utile, oltre che
piacevole, investire in tale pratica una certa quantità di
emozioni, in modo da formare reticoli di relazioni sociali forti e
duraturi (ogni configurazione è prodotto della reciproca
influenza esercitata dagli elementi che vi partecipano e, nel caso
che questi elementi siano dotati di coscienza e di volontà,
essi sono potenzialmente in grado di innestare una redistribuzione
del carico gravante su ciascuno dei punti e, di conseguenza, variare
l'assetto delle relazioni che definiscono lo spazio stesso. Una
biocenosi imbattibile!).
FEELING
OF BELONGING
Un
significato tradizionalmente associato all’idea di community è
il senso di appartenenza, un corpo di valori e un sistema
organizzativo condiviso. In questa accezione, è necessaria la
presenza fisica perché si sviluppi anche l’identificazione
emotiva in un gruppo. E’ per questo che la community di Bazar
prevede, oltre che la conoscenza per via telematica, una agenda di
eventi face-to-face, sia quelli che il movimento culturale organizza
periodicamente (con fini ludico-creativi, oltre che socialmente utili
e culturalmente evolutivi), sia quelli che semplicemente segnala
(rubriche Infotainment ed Edutainment, per esempio): una occasione di
contatto (fisico) per poter consolidare le net-relazioni.
ANARCHIA
ORDINATA
Ciò
che vige nello spazio Bazar è dunque un'anarchia ordinata:
tutti sono liberi di dare il proprio contributo e di confrontarsi a
patto che vengano rispettato l’ambiente Bazar e i suoi abitanti.
Le
regole di convivenza non sono norme giuridiche, in quanto non c'è
un'autorità centrale precostituita che decide cosa si può
fare e cosa non si può fare e non esistono organi di polizia.
Ma, se da una parte tutto viene demandato alla responsabilità
individuale (un'autodisciplina accompagnata dalla consapevolezza che
esiste il rischio di un'autodistruzione di tutta la struttura nel
caso di comportamenti incivili), dall’altra la direzione di Bazar,
attraverso la mia figura di tutor e garante dell’ecosistema
comunitario, potrà decidere l'allontanamento dalla community
di chi riterrà minaccioso per la sopravvivenza del gruppo
societario che abita Bazar.
Inoltre,
come molte altre comunità che prevedono un sistema di dating,
la Bazar Cultural Community intende avere una struttura moderata per
difendere il nucleo di ascolto, e cioè un gruppo di persone,
da me coordinate che, con i loro interventi, rendono efficace la
comunicazione.
UNA
COMMUNITY AD INVITI
Per
tutti questi motivi, la Bazar community sarà una comunità
aperta ma non spalancata. Ciò significa, da una parte, che
saranno benvenute persone molto diverse tra loro (per idee politiche,
fedi religiose, comportamenti sociali, gusti sessuali, età,
etc), ma, dall’altra, che per iscriversi sarà necessario
essere invitati da chi già vi pratica sentimento, creatività
e cultura.
Tale
scelta è motivata dal carattere identitario della Bazar
community: chi vi partecipa sente di condividerne le modalità
di coabitazione e le pratiche vitali e si identifica con il cultural
brand che, come un totem, tiene unito solidalmente ogni cittadino del
popolo bazariano.
Colui
che desidera invitare un amico, quindi, ne garantirà le
intenzioni costruttive e avrà verificato che si tratta di
collaboratori liberi e non di boicottatori.
I
newbies (novellini) verranno accolti da me e dalla Carta Magna di
comportamento (Bazar netiquette) pubblicata in trasparenza dalla
direzione e, certamente, dal resto della comunità.
RICONOSCIBILITA’:
UNA COMMUNITY GLOCALE
Nella
Bazar Cultural Community, ogni utente segna la propria identità
e si rende riconoscibile attraverso ciò che scrive e nel modo
in cui lo scrive. Quindi, oltre a proporre un intervento, propone uno
stile: di vita, di narrazione, un mood insomma.
Infatti,
come i fattori abiotici determinano l’adattamento, la Netiquette di
Bazar si basa sul rispetto di uno spazio condiviso (il biotopo, la
piazza, il mercato, il Bazar appunto) a partire dalla propria
identità (che non necessariamente deve essere costruita
attraverso gli indici di riferimento definiti dallo Stato italiano):
un luogo dove sia possibile la comunione e in cui tutti abbiano la
possibilità di esporsi con la propria identità protetta
e tutelata per confrontarsi e crescere in riferimento alle altre
identità. Una community GLOCALE.
E
IL MODERATORE?
Il
moderatore, come abbiamo detto, non sarà uno Sceriffo col
proiettile in canna, e io, dal canto mio, cercherò di farmi
sentire il meno possibile. Come un Antivirus senza il firewall
cercherò di lavorare underground senza disturbare e vorrò
essere umile e vigile allo stesso tempo. La mia funzione sarà
anche quella di stimolo: alla creatività, al contatto, al
confronto, alla critica, alla solidarietà, alla crescita, per
fare della Bazar comunità una miniera di sentimento per
costituire un patrimonio di conoscenze.