Firenze, 31 agosto 2001
Caro Arturo,
oggi
ho scaricato la posta e ho trovato la tua lettera, debbo dire che non
finirai mai di stupirmi, non avrei mai creduto che tu mi scrivessi, ero
già pronto a sapere tue notizie alla fine della vostra traversata, una
volta arrivati a destinazione. Una volta giunti in America, la tua
agognata meta.
Sono contento, sono molto felice di sentirti
pieno di forza e finalmente vivo, vivo il tuo corpo, viva la tua mente,
vivo davanti alla tua vita. Il Grande Mare Blu, come tu lo chiami,
sembra avere un effetto catartico su di te, sembra aver risvegliato la
tua voglia di essere, la tua voglia di cercare. Se non si sta bene con
se stessi non si può stare bene con gli altri. Pensa a chi ti sta
vicino, a chi ti vuole bene, chi vuole il tuo bene. Chi ha bisogno di
te, del tuo affetto.
Quante
volte abbiamo discusso sull’importanza del rapporto fisico in qualsiasi
relazione profonda, sia d’amore o di amicizia! Quante volte abbiamo
fatto l’alba davanti ad un buon whisky ad accalorarci sulle solite
questioni e alla fine, esausti, ci siamo arresi di fronte alla
insormontabile diversità delle nostre opinioni.
Da
educatore quale sono continuo a considerare il rapporto fisico come
punto fondamentale per ogni forma d’interazione e, pensa, ho un amico
scorbutico e misantropo che non si farebbe toccare neanche da se stesso…
Ci
voleva il mare… Ci voleva il silenzio, l’impossibilità a scappare,
l’obbligo a vivere in pochi metri quadri insieme ad altre persone.
Quando
mi dicesti che avevi deciso di accettare la sfida e ti saresti
imbarcato per questa avventura, dentro di me pensai: o si butta in
mare, in mezzo all’oceano, esasperato dalla convivenza forzata, o si
sblocca!
Ed eccolo il mio
amico del cuore, bello e cupo: nei suoi occhi c’era scritto
chi-tocca-muore. E invece il sale del mare ha eroso il suo
impenetrabile muro di granito e il ghiaccio perenne che lo ibernava si
è sciolto al sole, liquefatto come il suo corpo.
E
ora? Ora ricomincia la vita di Arturo, la sua nuova vita nel nuovo
continente… già , alla conquista del mondo a stelle e strisce, alla
conquista del mondo delle libertà. Arturo, sarai il selfmade-man che ha
attraversato l’oceano Atlantico in barca a vela, l’uomo-ritrovato,
l'uomo che ha sfruttato le sue potenzialità nel mondo delle Grandi
Opportunità . Evviva!
Ma ti
prego, non smettere mai di chiederti per chi. Non voglio farti
arrabbiare ma dopo aver letto la tua romantica visione degli Stati
Uniti non posso che prenderti un po’ in giro, lo sai che sono un
convinto antiamericano! Chiss� , magari se Arturo scopre l’importanza
della sua corposit� , Matteo può cambiare le sue opinioni sugli
americani….mah!
Lo devo
ammettere, mi manchi molto Arturo, mi mancano i tuoi musi lunghi, la
tua aria corrucciata, i tuoi silenzi, le interminabili partite a
scacchi indoor e outdoor: d’inverno sul tappeto del mio salotto davanti
ad una bottiglia di Lagavulin e d’estate sui piloni del ponte Santa
Trinita guardando Ponte Vecchio in compagnia della solita birra
comprata al circolino Arci a cinquemila lire, la baffo Moretti!
Mi
consolo soltanto sapendo che tu stai bene, che la tua decisione è stata
giusta, che questa traversata si sta rivelando un viaggio più profondo
dell'oceano che stai navigando, che troverai l'America, sì, la TUA
America: un cuore libero in un corpo libero!
Ti
voglio bene Arturo e spero nel tuo porto quiete, che il tuo mare
interno da sempre in burrasca si stia finalmente calmando e che il
vento d'oceano ti spinga sulla tua rotta, verso quello che sei,
bellissimo.
Il tuo amico dalle mani forti e dalle braccia muscolose che in questo momento tanto desidererebbero stringerti forte…
Ps. Quando approderai, stai attento ai pescecani, ce ne sono tanti in giro, non solo in mare…
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Matteo Bianchini, educatore.