J. Phillips, corrispondente di Life, edizioni fotografiche Art
Pollo arrosto come usa in Egitto
Questo pollo arrosto è così aromatico che fa venire appetito, molto più dell’aragosta fredda che è bella da vedere ma stupida al palato. Lo servirei caldo invece che freddo, appena uscito dal forno quando profuma di più. Procuratevi un pollo non troppo grosso, ma che sia allevato fuori dalle orrende gabbie per polli. Lavate bene le interiora (cuore, stomaco, fegato) che taglierete a pezzetti e mescolerete con una cipolla tritata. Aggiungete a questo che sarà il ripieno tre chiodi di garofano, una stecca piccola di cannella, sale e pepe. Salate un poco anche l’interno del pollo e riempitelo del ripieno.
Adesso preparate in un piatto un cucchiaio di succo di limone, uno di olio, sale e pepe il giusto, e (se lo trovate nei negozi specializzati) un cucchiaio di sumac (spezia egiziana). Se non trovate il sumac, che peccato! Sostituitelo con un cucchiaio di conserva di pomodoro ben densa. Mescolate il tutto e spalmatelo sulla superficie del pollo, stando attenti a coprirla tutta. Avvolgete il pollo in una carta da forno ben oliata e infornate a calore medio per almeno una ora e mezzo se il pollo non è tropo grosso.
Ogni tanto date un’occhiata e se sembra troppo secco aggiungete un goccio di vino bianco. Durante gli ultimi 15 minuti di cottura aprite il cartoccio.
I commensali
Qui occorre una cena elegante in stile orientale, una tavola imbandita se non con i piatti d’oro almeno con l’argenteria che riuscite a raccapezzare, e fantasia nell’aggiungere al pollo riso pilaf, hummus, pane arabo, frutta fresca, e da bere lassi alla menta ben frullato (troverete tutto nelle ricette di Bazar). I commensali saranno così gentili da adattarsi allo stile, quindi dovrete scegliere amici pazienti ed affamati, disposti a venire a cena in babbucce, pantaloni stretti alla caviglia, trucco accurato soprattutto degli occhi (maschi e femmine), capo coperto(sempre maschi e femmine) e baffi (solo per i maschi sono obbligatori). Se i baffi non sono disponibili, che il volto sia copribile in parte con una kefiah non necessariamente del tutto pulita e almeno i capelli siano neri e ricci. Il burka è accettabile ma assolutamente non necessario e comunque limitato alle sole donne, quando lo usano gli uomini non si sa mai cosa c’è sotto..
Il libro
E’ un meraviglioso libro di fotografie di uno dei più dotati, coraggiosi, cinici e curiosi reporters di Life. Il libro percorre buona parte del novecento scorrazzando fra incredibili Lords inglesi tète a tète con il loro cavallo, passando in mezzo alle macerie del Ghetto di Varsavia (ma sulla strada deserta cammina una bambina) fino al ritratto di Gianni Agnelli di profilo, un falco crudele e bellissimo, inarrivabile nella sua eleganza. Cose e persone passate, a volte terribili e crudeli, altre buffissime e tenere, sempre ritratte con sopraffina maestria da uno dei più spavaldi, divertenti e brillanti reporter mai vissuti.