Burning Burma Red
Una pacifica marea rossa ha bloccato il mondo per giorni, attirando l’attenzione su una crisi dei diritti umani che affligge il Myanmar, ex Birmania, ormai da troppi anni. Erano monaci ornati di drappi rossi e studenti scesi in piazza. E hanno acceso i riflettori dell’opinione pubblica internazionale sulla repressione del regime militare. Oggi il loro gesto è storia e immaginario.
Stop irresponsabile tourism
E’ ormai da molti anni che l’Associazione italiana per il Turismo Responsabile (Aitr) chiede ai giramondo del nostro Paese di boicottare attivamente i viaggi di piacere diretti verso le destinazioni birmane fino a che la giunta militare non avrà deciso di fermare la repressione contro chi vorrebbe una Birmania diversa.
Potete leggere le loro ragioni all’indirizzo internet www.aitr.org/doc_campagna_boicottaggio_birmania_1.html e scegliere in home page una destinanzione alternativa che sostenga il turismo responsabile, uno dei principali motori dello sviluppo sostenibile nei Paesi del Sud del Mondo.
Pecunia non olet
Nel 2007, il business tra Italia e Birmania è superiore ai 120 milioni di euro. Sotto la voce “Totale importazioni lorde” appare la raccapricciante somma di 59.592.916 euro, mentre quella relativa alle esportazioni parla di 60.500.000 euro.
Protagonisti delle esportazioni sono 350 aziende italiane, tra cui balzano all'occhio nomi illustri come Oviesse (oltre 2,5 milioni di euro di traffico che valgono al marchio di abbigliamento il quarto posto in classifica), l'ipermercato Auchan Spa (462.000 euro), Bulgarelli Gioielli Spa (385.000 euro) o la Fincantieri – Cantieri Navali Italiani Spa (poco meno di 100.000 euro).
I CISL - LEGAMBIENTE - WWF - GREENPEACE ne hanno pubblicato nomi e fatturati, perché si sappia, e per orientare al meglio i nostri acquisti (o non acquisti). Hanno lanciato un appello online perché rinuncino a questi profitti discutibili. Firmalo anche tu all’indirizzo http://htm.cisl.it/sito/contenuti/BIRMANIA/FormBirmania.htm
Scent of women
Aung San Suu Kyi è il volto sorridente, conosciuto, che ci ha raccontato per primo, con la sua prigionia, la vera faccia dell’occupazione militare. Ma in piazza, e oggi in prigione, ci sono Phyu Phyu Thin, Nilar Thein, Naw Ohn Hla, Mie Mie Chiamano Aung San Suu Kyi “la zia”, e da anni, come lei, si battono perché i cittadini, e le donne del Myanmar abbiano un futuro di democrazia e di pace. Incontratele sul sito di news dall’area www.irrawaddy.org/article.php?art_id=8907
Chiedi, con Amnesty, il rilascio dei dissidenti
La sera del 25 settembre circa 300 persone sono state arrestate durante le proteste contro la giunta militare del Consiglio di Stato per la pace e lo sviluppo (Spdc), nell’ex capitale Yangon, nella seconda città più grande, Mandalay, così come a Meiktila, a Pakokku e a Mogok. Amnesty International ha appreso che diverse persone sono entrate in clandestinità per evitare l’arresto. Nei giorni successivi, però, la repressione si è intensificata e oggi risultano essere molti i detenuti uccisi durante gli interrogatori. Amnesty ha lanciato una petizione internazionale per www.amnesty.it/appelli/firmamodelappelli.html?nomeappello=Myanmar_monaci
Marionettes from Burma
Il Myanmar custodisce un’arte preziosa e antichissima: quella delle marionette. La galleria online del museo di Brighton ospita una meravigliosa collezione di personaggi mitici i cui brillanti gioielli e vividi colori sembrano far scomparire i fili che li animano. Le marionette, inoltre, secondo la tradizione birmana, sono gli unici personaggi teatrali a poter dire la verità senza subirne dure conseguenze, e sono stati utilizzati, nei secoli, per dar voce alla sofferenza della gente. Potete ammirarli all’indirizzo http://www.virtualmuseum.info/collections/themes/burmese_marionettes/html/index.html
Read to know
“Il pavone e i generali” è un libro scritto dalla sindacalista della Cisl Cecilia Brighi, che racconta le vicissitudini e la fuga rocambolesca all’estero di alcuni dei protagonisti politici e sindacali dell’opposizione. È la storia dei sentimenti e delle emozioni di uomini e donne che, per uno scherzo amaro del destino, sono stati costretti a trasformare la loro vita, ad abbandonare i loro amori, i figli, le famiglie, i loro progetti di lavoro, per diventare protagonisti della resistenza democratica e dell’opposizione al regime dei cosiddetti “macellai di Rangoon”. I diritti d'autore verranno devoluti alle organizzazioni democratiche e sindacali locali. Acquistalo scontato online all’indirizzo www.bcdeditore.it/Catalogo/Scheda_libro.aspx?id=2138