Le dejeuner sur l’herbe
E’ stato il primo quadro di Manet a diventare famoso. Una donna completamente nuda con l’eccezione della gamba sinistra ridacchia fra due barbuti perfettamente vestiti che denotano un certo imbarazzo. Alle loro spalle un’altra figura femminile in camicia sembra sghignazzare francamente. In primo piano, un modesto dejeuner abbandonato per terra, intorno un boschetto delizioso.
Eduard Manet, Le dejeuner sur l’herbe, 1862, Parigi, Museo del Louvre.
La ricetta
Per un vero pic nic, o colazione sull’erba, piuttosto che il modesto dejeuner di Manet è meglio andare in Inghilterra a fine ottocento per incontrare alcuni specialisti della materia. (J.K.Jerome, Tre uomini in barca, BUR, 196.).
Preparate: vitello freddo con mostarda. Legate strettamente un bel pezzo di vitello magro steccato con aglio, grani di pepe e sale e lessatelo in poca acqua aromatizzata con tutti gli odori più alcune foglie di alloro, un mazzetto di timo, una stecca di cannella, tre chiodi di garofano, ancora pepe in grani, qualche foglia di salvia e sale grosso. Lasciate bollire fino a che l’acqua non si sarà ridotta di metà almeno. Asciugate, lasciate freddare e tagliate sottile come per il vitello tonnè.
Ne farete dei panini con fette di pane spalmate di sotto e di sopra con la mostarda di Digione. Conservate il brodo, è ottimo per il risotto.
Crostata di mirtilli. Procuratevi una confezione di pasta frolla dolce surgelata e lasciatela ammorbidire. Imburrate abbondantemente una teglia tonda bassa da forno, stendete la pasta e ritagliate la forma della teglia. Dopo avere steso il disco di pasta nella teglia, cospargetelo di marmellata di mirtilli in uno strato abbondante. Con gli avanzi della pasta fate dei cilindretti lunghi che vi serviranno per dividere la superficie della crostata in losanghe. Sbattete due tuorli d’uovo, aggiungete un po’ di sale e con un pennellino cospargete le strisce di pasta. Infornate per 40 minuti a calore medio.
AdeSSo sbiZZarritevi: avendo i due piatti principali, potete aggiungere frutta, formaggi, dolcetti, pane e pomodoro alla catalana, vino secco e dolce, caffé freddo zuccherato.
I commensali
Dopo centocinquant’anni potremmo rivisitarlo questo quadro di Manet, proponendo una volta ai nostri amici per spirito di uguaglianza un dejeuner nudista integrale, uomini donne giovani vecchi bambini cani gatti, per sorridersi con gli occhi e con il corpo, scoprire che la pelle respira, scambiare profumo di cibo e di capelli, ridere non l’uno dell’altro ma degli alberi che non hanno ancora capito, sentirsi come neonati all’inizio del mondo. E se è ottobre, e forse pioviggina e fa fresco, allora fare un picnic al chiuso, mettersi comodi intorno al camino, guardare dalla finestra il bosco verde scuro e toccare con le mani, le natiche e i calcagni un morbido tappeto che sa ancora di pecora e sapere un po’ di pecora anche noi...
Il quadro
Lo sapevate che di Dejeuner sur l’herbe ce n’è almeno tre, uno di Manet uno di Monet tutto contegnoso e vestitissimo, e uno di Picasso che sembra un pranzo fra marziani? Ma certo il più trasgressivo rimane il primo, con quella donna che sembra fare la parte del panino ripieno, sul punto di essere mangiata dai suoi neri commensali, non senza qualche sua ironica soddisfazione.
Se lei è contenta di fare il panino siamo contenti anche noi, senza falsi pudori: in fondo la liberazione è appunto fare quello che più piace, compreso essere mangiati.