Come l’estate tra due inverni,
virgola tra coordinate,
espirazione tra i(n)spirazioni,
la ricreazione di metà mattina,
il traguardo a fondo pista,
un intervallo tra atti,
il recupero dopo la prestazione,
il lievitare dell’impasto,
una siesta a pancia piena,
un ritornello tra due strofe
la notte a separare le giornate,
il nido dopo un volo,
e come ogni digestione,
Bazar è una sospensione.
Leva, prima di mettere di nuovo,
chiude, per riaprire,
tace: riparlerà,
lascia, così da prendere ancora,
si spegne, per riaccendersi,
tramonta, prima dell’alba,
un po’ insomma muore.
Come ogni ritmo,
Bazar si muove,
avanti e indietro,
come un amante,
come l’onda sulla battigia,
come un muscolo che lavora.
E per dare e trovare vigore,
si riposa,
si assopisce,
un poco si scolora,
e il tono si fa sussurro.
Bazar augura ai suoi lettori una virgola estiva pacifica:
espirando,
ricreando,
traguardando,
intervallando,
recuperando,
lievitando,
con una siesta,
con un ritornello,
in notti che siano nido per digerire.
Un allentamento per ogni presa stretta.
Ritorniamo a settembre,
ancora…