Basta una scintilla, e il fuoco acceso, poi, cresce da solo, traducendo incessantemente la materia da ardere in calore. I
cerini sono di tanti tipi differenti tra loro, più lunghi, più corti,
colorati, morbidi o duri, spessi, sottili, di legno, di cera, anche
difettosi. Ma non ci sono cerini migliori di altri perché la capacità di divampare e far divampare è la medesima. Sempre. La fiamma di un cerino provoca, modifica e trasforma come nell’essere umano il desiderio, la curiosità, l’appetito.
Per
il Movimento Culturale Bazar, l’Agorà, che è lo spazio creativo e
ricreativo dove la cultura condivisa e praticata da un gruppo sociale
omogeneo si modifica e si evolve incessantemente, è come un grande
fuoco acceso.
Un fuoco che non divora, bruciando, distruggendo, sotterrandosi, esaurito, nella cenere; piuttosto un
fuoco che frigge piano e timido riscaldando gli ambienti, con
gentilezza e allegria-che-a-tratti- scoppia; un fuoco che cuoce e
cucina, liberando seduzione, sciogliendo gli umori e gli inverni.
Siamo tutti cerini: alcuni accesi, alcuni spenti, qualcuno riposto, altri in attesa, magari consumati, inumiditi, già usati, ma tutti capaci di prendere vita e offrire contributi, di cambiare stato, forma e consistenza e di far cambiare.
Accendendoci di curiosità, desiderio e appetito ci autoeduchiamo.
Infiammando altro e altri, fertilizziamo.
O Fuoco,
Arma a lontanare le bestie,
Ristoro da freddo e fame,
Fiamma perpetua che onora e ricorda,
Vittoria celebrata o dono devoto,
Testimone di amanti e di anni passati,
Fiaccola in processione che chiede e lamenta,
Luce che guida nella notte.
O Fuoco.